ZINEMA

RECENSIONI DI EMANUELE DE MARIA

“LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI” DI GEORGE A. ROMERO

Anno di produzione: 1967
Con: Judith O’Dea, Duane Jones

Barbara e suo fratello Johnny in un cimitero della Pennsylvania vengono aggrediti da uno strano individuo. Johnny viene assassinato e Barbara fuggendo si ritrova in una casa dove conosce Ben. L’abitazione e la campagna circostante verranno assediate dai morti viventi.
Romero è considerato un maestro del cinema horror. Nacque a New York, dopo il diploma cominciò a girare una serie di cortometraggi e spot pubblicitari. Nel 1967 insieme ad un gruppo di amici raccimolò diecimila dollari per produrre “La notte dei morti viventi”, un cult assoluto capostipite del genere zombie movies e dell’horror socio-politico.
Romero concepì il film come una parabola sulla convivenza tra esseri umani nella società moderna.
“La notte dei morti viventi” mette in discussione l’istituzione familiare e la coabitazione tra le diverse etnie (una bambina dopo essere stata morsa da uno zombie e quindi infettata, divora la madre. Numerosi sono gli scontri tra il personaggio nero e quello bianco). Romero è anche psicologico quando narra di un manipolo di personaggi che in una situazione estrema fanno esplodere i loro istinti di violenza repressa.
Girato in 35 mm e in bianco e nero, il film si ispira al romanzo “Io sono leggenda”. Nel romanzo la terra era invasa dai vampiri, Romero li trasformò in zombie.

“Il film inizia con una situazione che è già quasi senza speranza e che degenera progressivamente verso l’assoluta disperazione e tragedia finale”
(George A.Romero sul film)

L’idea del regista e degli sceneggiatori non era quella di realizzare un horror, ma incasellarlo in quel genere avrebbe facilitato la sua distribuzione. Romero e Co. volevano creare un attacco al capitalismo, e ci riuscirono; parecchi storici cinematografici scrissero che gli zombie rappresentavano i capitalisti e gli atti di cannibalismo che compivano erano l’allegoria della possessività estrema. Il capitalismo annienta gli esseri umani.
“La notte dei morti viventi” ha rivoluzionato il modo di fare cinema dell’orrore. Tutti i film a tematica zombie antecedenti a questo erano legati alla magia nera, mentre Romero li trasformò in morti riportati in vita da un misterioso virus.
George A. Romero girò altri cinque lungometraggi legati alla medesima tematica. Ogni singolo sequel ha una potente carica politica. Ogni capitolo attinge dell’attualità socio-polotica del periodo in cui è stato realizzato. I temi ricorrenti sono: il capitalismo, la violenza delle istituzioni, l’egoismo dei benestanti, il razzismo, i mass-media. In tal senso la saga può essere definita come una stupefacente rappresentazione dei limiti culturali, sociali e politici degli Stati Uniti d’America. La critica messa in atto è feroce, rabbiosa, lucida.
“La notte dei morti viventi” è il requiem dell’Occidente. Analizza senza mezzi termini il fallimento di una società interclassista.

“L’uomo è destinato all’estinzione, in un barbarico annullamento di tutte le proprie capacità intellettive, fatta eccezione per la pulsione verso il cannibalismo e la fagocitosi di sè”
(Raffaele Mele sul film)

VOTO: 10

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